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ANDREA IL GROSSO
Fosse vissuto all'epoca dei cavalieri
e dei trovatori, lo avrebbero chiamato Andrea il Grosso, non per
irriderlo nella sua fisicità, quanto per marcarne il contrasto con i
sentimenti che gli accendono il desiderio di dedicarsi all'arte. Né
Acerbi si è avvicinato all'arte perché ad una certa età ha avvertito
bisogno di modelle, come Achille Campanile sostiene avvenga per certuni.
Il suo presentarsi sulla scena, rendendo palese un'attività fino ad
allora coltivata come piccolo vizio nei ritagli di tempo, ha coinciso
con un arresto della vita quotidiana quale si augurerebbe solo al
miglior nemico. Così che la mai del tutto sopita passione del disegno e
della pittura ha potuto, nelle ore finalmente libere, riaccendersi e
dispiegarsi senza più freni. Acerbi è per l'arte una sorta di enfant
en retard. La curiosità e la smania di creare, che con continuità di
impegno ora lo travagliano, lo hanno spinto nella nostra stamperia
alcuni anni fa. Ricordava, dai tempi di ragazzo con il maestro di
disegno, qualcosa di vago sull'acquaforte, in generale sull'incisione. E
da noi venne a cercare un modo che desse la forma migliore alla
riproduzione della sua sensibilità. Raramente abbiamo conosciuto
"giovane" artista così entusiasta e avido di penetrare i
segreti dell'incidere e dello stampare. Dopo aver sperimentato
l'acquaforte, l'acquatinta, la litografia tradizionale, è stato
maggiormente attratto dall'incisione su linoleum, tecnica per altro
piuttosto rara tra gli artisti, appropriandosi in breve del metodo.
Dipinto un quadretto a olio, voleva tradurlo in linoleum per apprezzare
le differenze di linguaggio. Trovati dei colori a stampa congeniali, voleva vederne altri.
Innamoratosi di un soggetto, lo sviluppava a fondo per poi passare a
nuovo amore. Ed è questa foga di provare che lo ha sospinto
dall'incisione alla pittura ad olio, da questa alla scultura, alla
scrittura, al libro illustrato. Dove vorrà mai arrivare? |
Nicola Manfredi |
Andrea Acerbi (Reggio Emilia 20/11/1937) Artista eclettico, dipinge, incide, scolpisce, scrive e illustra libri. Dotato per la satira e la caricatura, certi suoi fogli sembrano arrivarci direttamente dalla Belle Epoque, magari eseguiti al tavolo di un bistrot in compagnia di Lautrec e di Forain, il suo acume nell'osservare e nel penetrare i caratteri, lo portano a popolare un suo mondo di personaggi fantastici. Notevole l'impegno nel dipingere animali e insetti. Nel paesaggio non è legato ad uno stile codificato, ma di volta in volta adatta la tecnica alla poetica creativa. Andrea Acerbi Reggio Emilia Cavriago incisore scultore scrittore acqueforti acquetinte bronzi a cera persa carboncini cere molli chine linoleografie litografie matite oli pastelli